martedì 10 novembre 2009

Nadia vince ancora

Articolo pubblicato su Atletica Veneta Comunicati - Novembre 2009 - Mondo master

NADIA VINCE ANCORA
La Dandolo è stata una delle più grandi mezzofondiste azzurre, poi si è trovata a lottare con la peggiore avversaria che potesse capitarle: la malattia. Ecco come l'atletica la sta aiutando ad uscire dal tunnel.

Ne è passato di tempo da quando Nadia Dandolo, studentessa delle scuole medie di Sant'Eufemia di Borgoricco, salì alla ribalta nazionale vincendo la finale dei Giochi della Gioventù di corsa campestre. In questo lungo periodo sono successe molte cose. Quella ragazzina è ora diventata una donna di quarantasette anni, ma una cosa non è cambiata in tutti questi anni: il suo grande amore per la corsa, che per lei rappresenta una importante fonte di energia, quella che l'ha aiutata a superare
anche i momenti più dolorosi e difficili. “Amo correre - ci spiega - perché è un momento mio, in cui ritrovo me stessa: è una forma di meditazione”.
Nadia ha vestito la prima maglia azzurra da juniores nel 1979 e da allora è stata convocata in nazionale una ventina di volte. Tra i suoi risultati più prestigiosi, la medaglia d'argento a squadre ai mondiali di Cross del 1982 a Roma; i due primati italiani assoluti siglati nel 1990 (5.000 in 15'11”64 e 10.000 metri in 32”02'37) e la medaglia d'argento ai Giochi del Mediterraneo ad Atene 1991 nei 3.000 metri. Per due volte ha sfiorato la partecipazione alle Olimpiadi (Los Angeles 1984 e Barcellona 1992), perse all'ultimo momento per problemi ai tendini, ai quali è stata operata ben quattro volte. Ma Nadia non ha mai mollato e dopo ogni riabilitazione è sempre tornata a correre.
Ha fatto parte per cinque anni del gruppo sportivo della Forestale, dal quale è uscita nel 1998 per continuare l'attività con club civili, prima la Camelot e poi l'ASI Veneto con la quale è tuttora tesserata.
Nel 2005 si è trovata ad affrontare l'avversario più difficile: un tumore al seno e la lunga sequela di chemioterapie e interventi ad esso connessi. L'ultimo, nel marzo di quest'anno, il prossimo tra meno di un mese. Il calvario non è ancora finito. Eppure Nadia ha sempre cercato di trovare l'energia per correre anche durante questi anni difficili. Ma come ha fatto? “Non lo so - risponde -, so solo che correre mi fa star bene, mi regala gioia e i medici non me l'hanno impedito”. Nadia ora lavora come guardia forestale presso la stazione di Padova, che effettua il controllo sul territorio. Si allena al campo sportivo di Noale in compagnia di Arianna Morosin e seguendo i consigli di Lionello Bettin.
L'incontro con il mondo “over35” è avvenuto nel 2008, l'anno in cui si è costituito il gruppo master all'ASI Veneto. Fu solo allora che scoprì di detenere il primato italiano MF40 dei 3000 metri (9'28”8 stabilito nel 2002). Si iscrisse a tutte le principali competizioni master, ma dovette sempre rinunciare per i suoi problemi di salute. “Ma per me erano importanti obiettivi a cui puntare per guardare avanti, sempre”, confida.
Quest'anno, finalmente, ce l'ha fatta. Dopo cinque anni, è tornata alle competizioni su pista e in agosto è volata in Finlandia, dove si è aggiudicata la medaglia d'argento sui 5.000 metri W45 a suon di primato italiano di categoria (17'23”08).
Poi è toccato alla finale dei Campionati di Società Master su pista a settembre, al Ridolfi di Firenze, dove ha stabilito la miglior prestazione italiana MF45 sui 3.000 metri (10'05”90) e corso in 1.500 metri in 4'47”72. Risultati che hanno contribuito alla conquista del primo scudetto master per l'Atletica ASI Veneto.
Del mondo master adoro soprattutto l'atmosfera che si respira, il modo in cui la competizione viene vissuta. Ci sono atleti che vogliono come prima cosa mettersi a confronto con se stessi, per il piacere di farlo”, racconta.
A Firenze ha corso nelle serie più lente, non avendo un tempo di accredito, ma non si è fatta problemi e con grande determinazione ha impostato il suo ritmo. Per gli spettatori presenti al “Ridolfi” è stato uno spettacolo vederla correre, come lo fu nel 1991, quando vinse i 3.000 metri ai campionati italiani assoluti al “Delle Alpi” di Torino in una caparbia galoppata solitaria che fermò il cronometro sul tempo di 8'48”21. Sono passati 18 anni, ma l'eleganza della sua falcata non è cambiata, così come la sua voglia di correre. In più ora Nadia, con la sua grande forza e determinazione, è diventata per molti un bellissimo esempio di come la vita possa essere vissuta intensamente. Nonostante tutto.
















Foto: Nadia alla finale dei Cds Master di Firenze - per gentile concessione di Michelangelo Bellantoni; Nadia sul podio ai mondiali master di Lathi - per gentile concessione di Domenico Furia

Link alla rivista in formato pdf [clicca qui]. L'articolo è a pagina 16 e 17.

martedì 1 settembre 2009

Michela Ipino: Maratona, che passione

Articolo pubblicato su Atletica Veneta Comunicati - Settembre 2009 - Mondo master

A quarant'anni la bassanese Michela Ipino si è scoperta protagonista ai Mondiali di Lathi, dove ha conquistato un argento individuale e un bronzo a squadre.

A Michela Ipino è sempre piaciuto correre, ma solo negli ultimi tre anni ha iniziato ad allenarsi con criterio e a raccogliere belle soddisfazioni anche dal punto di vista dei risultati. Nel 2009, all'età di 40 anni, è riuscita a scendere sotto le 3 ore nella maratona (2h55'04” a Treviso), a laurearsi vice campionessa mondiale nella maratona W40 a Lathi, in Finlandia, e ad aggiudicarsi la medaglia di bronzo a squadre.
Sposata con Emanuele, madre di 2 figli - Aurora di 10 anni e Massimiliano di 13 - Michela gestisce con il fratello Stefano il negozio di articoli sportivi che è anche lo sponsor della sua squadra: l'Atletica Bassano Running Store. “Non è facile conciliare lavoro e famiglia con gli allenamenti - racconta -, ma la passione per la corsa è così grande che mi programmo per trovare lo spazio. Correre mi diverte e mi dà la forza per affrontare le quotidiane difficoltà”. Michela si allena nella pausa pranzo, quando il negozio chiude, insieme al fratello Stefano (che a Lathi è giunto terzo nella maratona M35 e secondo nella classifica a squadre) e a Pietro Balbo, il suo allenatore (anch'egli medagliato ai Mondiali con il bronzo nella classifica a squadre M50). “Nei periodi di carico mi alleno anche al mattino presto - spiega -, ma la sera è sempre dedicata alla famiglia”. L'idea di prendere parte alla manifestazione iridata master è nata quasi per caso: “Siamo un gruppo affiatato e abbiamo deciso di metterci in gioco con la trasferta finlandese”. Per l'Atletica Bassano Running Store si è trattata della prima partecipazione a un campionato internazionale e i risultati sono stati eccezionali: il gruppo vicentino formato da 9 atleti (tra cui l'altro fratello Alessandro e il marito Emanuele) ha conquistato un totale di 7 medaglie.
“E' stata una esperienza bellissima - racconta Michela -, diversamente dalle altre maratone, rappresentare l'Italia è qualcosa di importante e te ne rendi conto quando ti incitano urlando “forza Italia”. Peccato che queste manifestazioni non siano molto pubblicizzate”.
Michela, quotidianamente a contatto con persone appassionate di atletica, sta cercando di trasmettere il suo entusiasmo anche ad altri atleti over 35. “Stiamo già pensando agli Europei master del prossimo anno in Ungheria. Il 24 luglio c'è la maratona...”, ci confida con un sorriso.

Foto: Michela Ipino con le medaglie di Lathi (Archivio Bassano Running Store).

Link alla rivista in formato pdf [clicca qui]. L'articolo è a pagina 13.

Manuela Levorato - Il ritorno di Manu

Atletica Veneta Comunicati - Settembre 2009
L'intervista


IL RITORNO DI MANU
Sua figlia Giulia ha appena compiuto un anno: Manuela Levorato è già tornata in pista e fissa gli appuntamenti per il 2010. Obiettivo: gli Europei di Barcellona

M.Levorato - Foto archivio M. Del GiudiceManuela, come riesci a conciliare il ruolo di mamma con quello di atleta?
“E' un bell'impegno. Lo posso fare solo perché posso contare sull'aiuto di tante persone, in primis mia madre. Ma qualunque donna per conciliare un'attività lavorativa con la gestione dei figli ha bisogno di aiuto”.
Come inizia la tua giornata?
“Col risveglio di Giulia. E' lei che decide quando è ora di alzarsi e, a quel punto, mi alzo anche io. La cambio, le do da mangiare e poi faccio colazione. Quando arriva la nonna scappo in palestra per l'allenamento mattutino”.
E come prosegue?
“Torno a casa per pranzo. Gioco con la bambina e poi ci riposiamo un po'. Nel secondo pomeriggio, mentre il papà accudisce Giulia, vado ad allenarmi in pista, a Dolo o a Mestre, sotto la guida di Mario Del Giudice. Vado dal massaggiatore per il defaticamento, poi torno per il bagnetto della piccola e la cena. La sera termina con la lettura della favola della buona notte…”.
La maternità ha cambiato il tuo modo di vivere l'atletica?
“L'atletica ad alto livello richiede tanto lavoro e tanta concentrazione: questo non è cambiato. Sono però cambiate le priorità: ora Giulia viene al primo posto e a volte è difficile staccare, come invece è necessario, per rendere al massimo in allenamento. Ma ora che la piccola ha un anno riesco a farlo meglio. Però non vivo l'atletica come un peso o un dovere; la passione c'è sempre. Il fatto di avere una figlia forse mi ha regalato più sicurezza; mi rendo conto di riuscire a ridimensionare i problemi e ad affrontare meglio le difficoltà”.
Come è maturata la scelta di tornare quest'anno ad allenarti con il tuo primo tecnico, Mario Del Giudice?
“Con la consapevolezza che lui mi conosce bene e che lo considero come un secondo padre. Mario come allenatore sa essere molto duro, ma è anche molto protettivo, e questo per me è importante. Mi rimangono tre stagioni prima delle Olimpiadi di Londra e voglio provare ad ottenere buoni risultati. Con l'esperienza maturata fino ad ora sono convinta che questa sia la scelta migliore”.
Come ti trovi ad allenarti in compagnia di Fabé Dia?
“Fabé è perfetta come compagna di allenamento. Mi è stata di grande aiuto al rientro dopo la maternità. Abbiamo la stessa età ma caratteristiche caratteriali diverse; in qualche modo ci compensiamo”.
Quali sono i tuoi hobby?
“Mi piace leggere. Sono abbonata a 10 riviste dei generi più svariati: dalla scienza alla puericultura. Come scrittore adoro Giorgio Faletti. Ora sto leggendo il suo ultimo libro”.
Cosa non sopporti degli altri?
“La maleducazione e la falsità”.
Cosa non sopporti di te stessa?
“Il fatto di essere permalosa e puntigliosa”.
Tornando alla tua lunga carriera atletica, qual è stato il momento più bello che hai vissuto e quale quello più difficile?
“Il più bello è stata sicuramentela partecipazione agli Europei under 23 di Goteborg, con le due vittorie e i due primati italiani. Avevo 21 anni e tantissimo entusiasmo. Il più brutto quello legato alla partecipazione delle Olimpiadi
di Sidney. Stavo bene, c'erano molte aspettative su di me, ma una settimana prima mi sono infortunata al piede. Ho sperato fino all'ultimo di riuscire a partecipare, ma quando ormai ero all'interno della Call Room ho dovuto rinunciare. Mi sembra ancora di rivivere un incubo, quando ripenso al momento in cui, ferma e in lacrime, vedevo le altre atlete entrare nel tunnel che le portava in pista. Anche se, forse, quello che mi ha fatto più soffrire sono state le malelingue che hanno speculato sul mio infortunio”.
Se potessi tornare indietro nel tempo cambieresti qualcosa?
“Forse nell'ambito degli allenamenti cercherei una migliore gestione delle mie energie. Ho sempre dato il massimo e a volte mi sono spremuta troppo, non prestando la giusta attenzione ai tempi di recupero e alla rigenerazione fisica”.
I tuoi prossimi obiettivi in pista?
“Dopo il meeting internazionale di Padova, ho intenzione di partecipare ad altre gare. Quello che mi manca di più adesso è la confidenza con le competizioni; me ne sono resa conto agli Assoluti di Milano, quando mi è mancata la giusta concentrazione. Ma dopo la maternità, questo è stato un anno di rodaggio. Per il 2010 punto a ottenere dei buoni risultati sui 60 metri indoor, mentre per la stagione all'aperto l'obiettivo sono i Campionati Europei di Barcellona”.
I tuoi sogni nel cassetto?
“Regalare dei fratellini a Giulia. Dal punto di vista sportivo, invece, riuscire a migliorare ancora un record italiano”.
Come ti vedi nel futuro, al termine della carriera agonistica?
“Non mi dispiacerebbe rimanere all'interno dell'Aeronautica. In alternativa mi vedrei bene come organizzatrice di eventi sportivi”.
Gare master?
“L'agonismo è parte di me, mi piace molto. Non escludo che un domani, fisico permettendo, possa partecipare anche a qualche gara master”.

M.Levorato con Mario del Giudice - foto archivio Del Giudice CHI È
Manuela Levorato è nata il 16 marzo 1977 a Dolo, in provincia di Venezia. Ha iniziato a fare atletica a 17 anni, sotto la guida del tecnico Mario del Giudice. Dopo pochi mesi di attività si è aggiudicata il titolo italiano allieve sui 100 metri. Da juniores è stata finalista agli Europei di Nyiregyhaza nel '95 e ai Mondiali di Sydney '96. Agli Europei under 23 di Goteborg, nel 1999, ha vinto due medaglie d'oro, sui 100 e 200 metri. Nel 2002 si è aggiudicata due medaglie di bronzo agli Europei assoluti di Monaco. Nel 2007 ha fatto parte del quartetto azzurro che ha vinto la 4x100 in coppa Europa. A livello assoluto detiene i primati italiani sui 100 (11”14-2001) e 200 metri (22”60-1999) e le migliori prestazioni italiane dei 150 (17”28-2003) e 300 metri (36”30-2000). Suoi sono anche le migliori prestazioni italiane promesse sui 100 (11”20-1999) e 200 metri (22”60-1999). Al coperto detiene il primato italiano assoluto sui 200 (23”14-2003) e la migliore prestazione italiana assoluta sui 55 metri (6”83-2002), oltre alla migliore prestazione italiana promesse sui 60 metri (7”20-1999). Ha vinto 13 titoli italiani assoluti (9 indoor e 4 outdoor) e vanta 30 presenze in nazionale. Nel 2007 è entrata a far parte del gruppo sportivo dell'Aeronautica Militare. Il 29 agosto 2008 è diventata mamma di Giulia. Vive a Sambruson di Dolo e dal 2009 è tornata ad allenarsi con Mario del Giudice, che è stato il suo primo tecnico. Il 23 luglio a Nembro è tornata sui blocchi di partenza fermando il cronometro a 11”68 sui 100 metri. Su questa distanza ai Campionati Italiani assoluti di Milano si è classificata al quarto posto. Domenica ha corso i 100 al meeting di Padova in 11”65, primato stagionale.

Link alla rivista in formato pdf [clicca qui] . L'articolo è a pagina 7 e 8.

FOTO: 1) Manuela Levorato, 2) Manuela Levorato con Mario del Giudice - archivio Mario Del Giudice

sabato 1 agosto 2009

Fabé Dia - dalla Francia per amore

Atletica Veneta Comunicati - Agosto 2009
Il personaggio


DALLA FRANCIA PER AMORE
Alla scoperta di Fabé Dia, la velocista dell'Asi Veneto che nel 2005 ha sposato Andrea Longo e ora sogna il debutto in azzurro.

Fabé, come ti trovi in Italia?
“Molto bene. Ho mio marito, i miei amici, gli allenamenti. Mi manca un po' la mia famiglia, ma in meno di due ore posso andarli a trovare. Con le mie sorelle ci sentiamo al telefono quasi tutti i giorni”.
Descrivici la tua giornata tipo.
“Nelle mattine d'inverno, dopo la colazione, vado in palestra per un paio d'ore. Ritorno per pranzo e poi mi riposo. Nel pomeriggio, mi alleno in pista, a Dolo o a Mestre, sotto la guida di Mario del Giudice. Dalle 18 alle 21 lavoro in palestra a Fiesso d'Artico. Alla sera la cena la prepara Andrea, che è un bravissimo cuoco”.
Quali sono i tuoi hobby?
“Nel tempo libero mi piace molto leggere, sia in francese che in italiano, lingua che sto cercando di migliorare. Spazio fra vari generi. Ora sto leggendo 'Uomini che odiano le donne' di Stieg Larssen”.
Cosa hai dato all'atletica e cosa l'atletica ha dato a te?
“Dovrei dire di aver fatto molti sacrifici per l'atletica: fatica, rinunce, come quando gli amici vanno in vacanza o in discoteca e tu non puoi raggiungerli. Ma in realtà tutto ciò non mi è pesato: ho avuto la fortuna di far diventare quella che è la mia passione il mio lavoro, che mi ha dato da vivere. In cambio l'atletica mi ha ripagato ampiamente con l'occasione di incontrare mio marito, la gioia di tante emozioni, l'opportunità di viaggiare e conoscere persone in tutto il mondo. In Francia ero diventata un modello per molte ragazzine che si avvicinavano all'atletica e questo mi ha stimolato a cercare di rimanere umile e a continuare a studiare per essere un buon esempio”.
Qual è il tuo punto di forza e quale il tuo punto debole come atleta?
“Credo che il mio punto di forza sia la capacità, prima di una gara, di rimanere tranquilla e serena, pronta a dare il massimo. Secondo il mio allenatore il mio punto debole è la pigrizia. Ma io cerco di ascoltarmi e di evitare di sovraccaricarmi per riservare le energie alle gare”.
Come hai iniziato a praticare l'atletica leggera?
“Mia sorella più grande, N'Deye, era una velocista. Ho avuto lei come esempio e il vederla tornare spesso a casa con le medaglie mi ha dato lo stimolo per iniziare: volevo prendere le medaglie anch'io!”.
Qual è stato fino ad ora il momento più bello della tua carriera atletica?
“A Sidney, quando sono entrata nello stadio con 100.000 persone urlanti. Ho avuto i brividi: avevo finalmente realizzato il mio sogno di ragazzina di partecipare alle Olimpiadi. Una gioia impagabile”.
Che consiglio daresti ai giovani atleti?
“L'atletica è una scuola di vita. L'importante è porsi sempre degli obiettivi, anche piccoli. Ciascuno devo farlo coscientemente in relazione al proprio livello, si tratti di un Campionato Mondiale o di una gara provinciale. Ma bisogna sempre impegnarsi. Il lavoro paga sempre, anche se a volte bisogna essere molto pazienti. Quando arriva il risultato, la gioia è ancora più grande”.
E quali sono i tuoi prossimi obiettivi?
“La partecipazione sui 100 metri ai Campionati Italiani di Milano. Per me sarà la prima volta, dopo tante edizioni di campionati francesi. Per il prossimo anno il mio obiettivo sarà quello di riuscire ad entrare nella nazionale italiana per partecipare agli Europei. Correre la 4x100 insieme a Manuela Levorato, con la quale condivido gli allenamenti, sarebbe un sogno per me”.
Cosa c'è oltre alla Fabé atleta?
“C'è una donna che ha sempre studiato molto pensando alla propria vita dopo la carriera atletica. Ho ottenuto un master in comunicazione, pubblicità e marketing. Credo molto nell'amicizia e mi piace parlare con la gente”.
Come sta tuo marito? E' dal 2008 che manca dalle piste di atletica.
“Andrea è stato operato al tendine sinistro lo scorso 5 maggio. L'operazione è andata bene e in questo periodo sta seguendo la riabilitazione in acqua e in bicicletta. Presto riprenderà a correre e per lui è come essere rinato. In questo periodo di inattività ne ha approfittato per completare gli studi (si è laureato in Scienze Politiche lo scorso ottobre) ed ora sta studiando per gli esami di specializzazione in Diplomazia Internazionale. Anche per lui l'obiettivo è quello di partecipare agli Europei del 2010”.
Per concludere, come ti vedi tra 10 anni?
“Mamma di due o tre bambini, con un lavoro nel campo della comunicazione e che nel tempo libero si dedica ad allenare i ragazzini e si diverte in qualche gara master”

CHI È
Fabé Dia è nata il 14 febbraio 1977 a Creil, nella regione della Piccardia, nel nord della Francia. I suoi genitori sono senegalesi. Ha iniziato a praticare l'atletica leggera a 14 anni dimostrando subito il suo talento nella velocità. Nel 1995, con il il tempo di 23”44, ha stabilito il primato francese juniores indoor dei 200 metri e conquistato la medaglia d'argento ai Campionati Europei outdoor di categoria. I suoi personali sono di 7”33 sui 60 (2000), 11”31 sui 100 (1998) e 23”02 sui 200 (2001). E' stata per cinque volte campionessa francese sui 200 metri (4 volte indoor e 1 outdoor). Ha partecipato a quattro edizioni dei Campionati Mondiali outdoor e tre indoor, a tre edizioni dei Campionati Europei e a due Olimpiadi (2000 e 2004). Per molti anni è stata capitana della nazionale francese e presenza fissa della 4x100. Con il quartetto transalpino è giunta terza alle Olimpiadi di Sydney (dopo la squalifica degli Stati Uniti) e quarta ai mondiali di Helsinki nel 2005. E' stata riserva della staffetta francese campione del mondo nel 2003 a Parigi. Nel 1999 ai Mondiali indoor di Maebashi ha conosciuto il mezzofondista Andrea Longo, con il quale si è fidanzata e poi sposata, nel settembre del 2005, trasferendosi in Italia. Ora vive in provincia di Padova, a Piove di Sacco. Dal 2004 è allenata da Mario del Giudice e dal 2008 veste la maglia dell'Atletica Asi Veneto. Il 12 maggio 2009 ha acquisito la cittadinanza italiana.

Link alla rivista in formato pdf [clicca qui] . L'articolo è a pagina 5 e 6.

FOTO: Fabé Dia a Bovolone - di R. Marchi; Fabé Dia insieme al marito Andrea Longo - archivio Dia/Longo

Anna Beggio e Lorenzo Muraro - una coppia con tanto sprint

Atletica Veneta Comunicati - Agosto 2009
Mondo master


UNA COPPIA CON TANTO SPRINT
I vicentini Anna Beggio e Lorenzo Muraro hanno fatto poker di titoli agli ultimi campionati italiani master. La riscoperta dell'atletica dopo le esperienze giovanili.

Lei è campionessa italiana 2009 sui 400 e sugli 800 metri nella categoria MF35; lui è campione italiano sui 400 ad ostacoli e nella staffetta 4x400 MM40 (insieme a Luca Fabris, Massimiliano Cattani e Francesco Palma). Parliamo dei coniugi Anna Beggio e Lorenzo Muraro, due degli atleti al vertice dell'atletica master veneta. Entrambi vicentini di Bressanvido, sono portacolori della Masteratletica; lei ha 36 anni, lui 40. Hanno praticato l'atletica leggera in età giovanile: Lorenzo nel 1993 ha corso i 400 ad ostacoli in 51”55, mentre Anna vanta un personale sui 400 metri di 57”60. Un paio di anni fa sono tornati a calcare le piste dopo oltre 10 anni di inattività, periodo durante il quale hanno completato gli studi, sono entrati nel mondo del lavoro (Anna è professoressa di lettere al liceo Brocchi di Bassano mentre Lorenzo, diplomato Isef, è insegnante di sostegno alle scuole medie di Marostica), hanno messo su famiglia e hanno avuto due splendide bambine: Mariasole e Alice, rispettivamente di 7 e 5 anni. Ma la passione per la corsa alla fine ha avuto la meglio. Quest'anno Anna ha chiuso il giro di pista in un ottimo 58”80 mentre Lorenzo, con 26”42, ha stabilito la miglior prestazione italiana MM40 sui 200 ad ostacoli. ”Sono venuto a conoscenza casualmente dell'esistenza del mondo master - spiega Lorenzo - ed è stato lo stimo lo per riprendere ad allenarmi con metodo”. “Il trascinatore è stato mio marito - racconta Anna - ma l'idea di condividere insieme questa passione mi è piaciuta molto”. Per conciliare la famiglia con l'atletica, i coniugi Muraro si sono organizzati con i turni, così, mentre uno si allena, l'altro resta a casa con le bambine. Per Lorenzo l'esperienza ai societari master di quest'anno (la Masteratletica è al 10° posto nella classifica nazionale maschile) è stata particolarmente coinvolgente. Per Anna il più bel ricordo risale allo scorso anno, ai Campionati italiani di Bressanone, quando inaspettatamente si è trovata a
vincere i 400 metri MF35 con una sfida all'ultimo metro con la laziale Paola Tiselli.
Il mondo master è stata una bellissima scoperta”, spiega Anna. “Ci divertiamo molto, in un clima di bella amicizia. Riusciamo a goderci nel migliore dei modi le competizioni senza le pressioni e le aspettative del mondo assoluto”.

Link alla rivista in formato pdf [clicca qui]. L'articolo è a pagina 14.

Foto Archivio Masteratletica

mercoledì 1 luglio 2009

Dina Cambruzzi - il record di Dina

Atletica Veneta Comunicati - Luglio 2009
Mondo master


IL RECORD DI DINA
In una ventina di stagioni di attività ha vinto 66 titoli italiani e una decina di medaglie a livello internazionale: ecco la storia della padovana Cambruzzi, 75 anni e non sentirli.
Nell'albo d'oro dei Campionati Italiani su pista master, il suo nome è stato scritto 66 volte: tanti sono i titoli che si è aggiudicata in oltre vent'anni di attività. A questi vanno aggiunte una decina di medaglie internazionali. Lei si chiama Dina Cambruzzi, ha 75 anni ed è una padovana (per 52 anni ha vissuto in un appartamento in Piazza delle Erbe) trapiantata a Brescia nel 1986, dove vive con il marito Lanfranco che è uno dei suoi principali supporter. Dopo molti anni di militanza con il Cus Torino, dallo scorso anno è tesserata con l'Atletica Asi Veneto. Nel 2009 ha siglato le migliori prestazioni italiane indoor nel salto in alto, nei 60 ad ostacoli, nel salto in lungo e nel pentathlon per la categoria MF75. Ai recenti Campionati Europei Indoor di Ancona si è messa al collo la medaglia d'oro nel pentathlon e quella d'argento nel salto in alto. Eclettica, si esprime bene anche nel lancio del disco e nel getto del peso. Due volte alla settimana Dina prende il treno per recarsi al “Consolini” di Verona e farsi seguire da Salvatore De Boni, suo allenatore da oltre 20 anni oltre che atleta M80 e giudice veronese molto noto nell'atletica veneta. Ha praticato l'atletica leggera in gioventù, fino ai 19 anni; il ritorno in pista è avvenuto su invito del Cus Padova nel 1987, che aveva appena costituito il gruppo master. Da allora non ha più smesso di gareggiare. Le gare di cui conserva i ricordi più belli sono gli Europei indoor di San Sebastian del 2003 e i Mondiali di Brisbane del 2001, per l'indimenticabile esperienza umana e sportiva ma anche per l'ottima organizzazione. Oltre che per le sue imprese atletiche, in pista Dina si contraddistingue per un'innata eleganza. Ma quali sono le motivazioni che spingono questa signora a infilarsi completino di gara e scarpe tecniche e scendere in pista? “Perché lo faccio? Perché mi diverto da matti, ma soprattutto perché mi aiuta a sentirmi bene”, spiega. Dina ha saputo mantenersi in forma e trovare nuovi stimoli ed entusiasmo tramite una costante attività sportiva. Un esempio da imitare per molte donne.

Link alla rivista in formato pdf [clicca qui]. L'articolo è a pagina 13.



(Foto per gentile concessione di Michelangelo Bellantoni)

lunedì 1 giugno 2009

Luca Tonello - e Luca continua a volare

Atletica Veneta Comunicati - Giugno 2009
Mondo master


E LUCA CONTINUA A VOLARE
Dopo una carriera ai massimi livelli nel salto in alto, il padovano Tonello ha scoperto l'attività master. E ora ha un sogno: una medaglia ai Mondiali di Lathi

Per Luca Tonello questi ultimi 18 mesi sono stati particolarmente ricchi di soddisfazioni, con la gioia di un scudetto nella finale A “Oro” conquistato a Lodi lo scorso anno con l'Assindustria Sport Padova (dove si classificò sesto nella gara del salto in alto), e le prime gare nel mondo master che gli hanno regalato un titolo italiano e un titolo europeo indoor. La sua attività atletica è iniziata alla fine degli anni '80 a Villanova di Camposampiero (il paese che ha visto i natali di Ruggero Pertile e Andrea Longo) come mezzofondista, con buoni risultati a livello regionale. Poi, a 17 anni, la scoperta del salto in alto e l'incontro con Stefano Borgo, l'allenatore che l'ha seguito per tanti anni e che nel 1996 (anno in cui entrò a far parte del gruppo sportivo delle Fiamme Gialle) gli ha permesso di ottenere il primato assoluto di 2,20. Dal 2004 Luca è tesserato per l'Assindustria Sport Padova. I suoi personali da master (MM35) sono 2,01 all'aperto e 1,99 indoor. Luca si allena tre volte alla settimana ritagliandosi lo spazio tra gli impegni di famiglia (è sposato con Barbara e papà di due bambini, Matteo di 7 anni e Marco di 2), il lavoro al nucleo mobile della Guardia di Finanza di sede a Mestre e l'attivitàdi allenatore presso l'Atletico Sala, dove segue una cinquantina di ragazzi dai 10 ai 16 anni. ”Bisogna avere grandi motivazioni per riuscire, con tanti impegni, a trovare il tempo per allenarsi - confida - ma sicuramente l'incontro con il mondo master me ne ha regalati di nuovi e inattesi”. Ai recenti Campionati Europei indoor di Ancona, Luca ha avuto la soddisfazione di salire sul gradino più alto del podio sulle note dell'Inno di Mameli. “L'atmosfera che si respira nelle gare master è molto più godibile rispetto a quella delle gare assolute - spiega - forse perché l'età dei concorrenti è diversa e c'è più disponibilità e attenzione verso gli altri atleti. Ciò non toglie che durante la gara ognuno dia il massimo”.
Il suo prossimo obiettivo? Ovviamente i Mondiali master di Lathi, per i quali Luca non nasconde il suo sogno di salire sul podio iridato. Glielo auguriamo di cuore!

Link alla rivista in formato pdf [clicca qui]. L'articolo è a pagina 13.

Foto di R. Marchi

venerdì 1 maggio 2009

Lusia Puleanga - una maori con tanto sprint

Atletica Veneta Comunicati - Maggio 2009
Mondo master


UNA MAORI CON TANTO SPRINT
La velocista Lusia Puleanga, originaria delle Isole Tonga e tesserata per l'Asi Veneto, è stata tra le rivelazioni degli Euroindoor di Ancona.

E' stata la rivelazione dei campionati europei indoor di Ancona. E non è stato solo merito dei suoi risultati (tre titoli sui 60, 200 metri e staffetta 4x200 nella categoria W35) a farla diventare un personaggio del mondo master.
Sicuramente hanno influito i lineamenti maori (ereditati dalla madre neozelandese), la chioma leonina, un fisico che non passa inosservato, ma anche la simpatia e il carattere estroverso. Dopo la finale dei 200 metri (vinti per un solo centesimo sulla britannica Sharon Trush) si è esibita in una Haka, la danza di guerra maori, conquistandosi definitivamente le simpatie del numeroso pubblico presente al Palaindoor. Lusia Puleanga è tesserata con l'Atletica Asi Veneto, vive in provincia di Firenze e ha due figli: Elisa di 12 anni e Gabriel di 9. Nel '91 e nel '93 ha partecipato ai Campionati Mondiali in rappresentanza delle Isole Tonga, la sua nazione di nascita, ma allora correva i 100 metri sopra i 13 secondi. Nel '96 si è sposata con un italiano e si è trasferita nel nostro Paese. Ha ripreso a praticare l'atletica leggera nel 2007 dopo 14 anni d'inattività e lo scorso anno, seppur frenata da un infortunio, ha chiuso la stagione con un 12”38 sui 100 metri che l'ha collocata al primo posto nella classifica italiana 2008 delle over 35.
Il 2009 è iniziato con la partecipazione ai campionati italiani indoor assoluti di Torino, dove ha corso i 60 metri in 7”73, miglior prestazione italiana MF35, mentre il debutto di Lusia in una gara master è avvenuto a fine febbraio ai campionati italiani indoor, dove ha vinto i 60 metri battendo Tiziana Bignami, la campionessa mondiale in carica per la categoria W35. Il contatto con il mondo master, il vedere in gara atleti di tutte le età, sono stati per lei un'esperienza entusiasmante: adesso non vede l'ora di partecipare ai Mondiali master di Lathi, ma tra i suoi obiettivi per la stagione estiva ci sono anche l'ottenimento del minimo per la partecipazione ai campionati italiani assoluti sui 100 metri e i campionati di società assoluti nella serie “A” Argento, dove milita l'Asi Veneto. In bocca al lupo, Lusia!

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Foto di Claudio Petrucci (Fotosports.it)

domenica 1 marzo 2009

Tortellini dal nuovo sapore

Atletica Veneta Comunicati - Marzo 2009
Mondo master


TORTELLINI DAL NUOVO SAPORE
Rinforzi importanti per la Voltan Martellago che punta a confermarsi leader tra le società venete “over 35”

Dopo la migrazione all'Atletica San Marco Venezia di un consistente numero di atleti della sezione pista (fatto di cui abbiamo parlato nel numero di novembre di Atletica
Veneta Comunicati), la Voltan Martellago si è data da fare, e ora si prepara ad affrontare la stagione 2009 con una rinnovata e competitiva formazione.
Il presidente Marcello Mamprin ci tiene a specificarlo: “La nostra squadra è ancora viva. Intendiamo presentarci ai prossimi appuntamenti stagionali con la volontà di confermarci come prima squadra veneta master a livello nazionale”.
L'ambiziosa intenzione è avallata dall'ingresso in società di atleti di alto livello, tra cui spiccano il trevigiano Gabriele Carniato (campione italiano MM50 nei 100 e 200 metri), il toscano Domenico Furia, velocista di vertice tra gli MM45, il discobolo veneziano Flavio Asta (MM60) e il giavellottista friulano Lucio Buiatti (MM50). Tra i “fedelissimi” rimasti a difendere i colori della squadra, ricordiamo il quattrocentista Giuseppe Capuzzo (MM70) e il poliedrico Adriano Menegazzi (MM60). Che dire, il prossimo anno Venezia schiererà due squadre di indubbio valore tecnico. Sarà una bella sfida e a guadagnarci sarà indubbiamente il movimento master veneto.

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Nella foto Gabriele Carniato - di R. Marchi

domenica 1 febbraio 2009

Emma Mazzenga - nonna volante

Atletica Veneta Comunicati - Febbraio 2009
Mondo master


NONNA VOLANTE
E' padovana, anche se veste i colori della SEF Macerata, e ha vinto il premio - promosso dai siti atleticanet, webatletica e dalla rivista Correre - come migliore atleta donna master del 2008. Le dedichiamo questo articolo, per raccontarvi un personaggio straordinario

I suoi risultati parlano da soli: a 75 anni compiuti ha corso i 400 metri in 1'25”2 e gli 800 metri in 3'25”18, siglando così i primati mondiali per la categoria W75. Sul pianeta, nessuna donna della sua età è riuscita a fare meglio. Ha inoltre vinto il titolo europeo sui 100 metri, sbaragliando tutte le W70 in gara a Lubiana (in quell'occasione le mancavano pochi giorni per compiere i 75 anni richiesti per l'accesso alla categoria superiore). Il suo primato stagionale 2008 dei 100 metri è di 17”06, quello dei 200 metri di 36”1. Emma Mazzenga, “Mimma” per gli amici, è nata il 1 agosto del 1933. E' una donna dalla grinta e dalla determinazione straordinarie.
La motivazione che spinge questa distinta professoressa in pensione a calzare le scarpette chiodate e a presentarsi sui blocchi di partenza non è la sola volontà di mantenere la forma fisica e una buona salute, ma soprattutto la voglia di competere.
E' un istinto innato, che vive quotidianamente, anche quando, ferma ai semafori, si concentra per essere la prima a scattare alla comparsa del verde. Si allena quotidianamente al campo di Voltabarozzo, a Padova, sotto la guida di Franco Sommaggio. La sua storia atletica è iniziata negli anni dell'università, quando era poco più che una ragazza. Poi gli impegni di lavoro e la famiglia l'hanno costretta ad abbandonare la pratica sportiva. A 53 anni è però tornata in pista - seguendo l'invito di Alberto Pettinella, presidente del CUS Padova - iniziandocosì l'attività master. Da allora non ha più smesso. Nel 1993, a 60 anni, ha corso i 100 metri in 14”8 e i 200 metri in 31”1, prestazioni che rappresentano tuttora i primati italiani della categoria MF60. Nel 1998, agli Europei di Cesenatico, ha conquistato il primo titolo internazionale vincendo i 100 metri W65 e giungendo seconda sui 200 metri. Nel 2001 Mimma ha deciso di allungare la distanza cimentandosi anche nei 400 metri: il tempo di 1'17”10 è ancora oggi il primato italiano MF65. Cinque anni dopo, a 73 anni (!), ha debuttato sugli 800 metri, senza però mai trascurare le distanze più corte. Ai mondiali indoor di Linz del 2006 si è infatti aggiudicata il titolo iridato sui 60 e sui 400 metri, giungendo seconda sugli 800 e terza sui 200 metri W70. Da più di vent'anni Mimma è al vertice della velocità master italiana. Non si contano i titoli italiani vinti: suoi sono tutti i primati italiani MF70 e MF75 dai 100 agli 800 metri, più alcuni record MF60 e MF65. Il suo palmarés di medaglie internazionali conta 5 titoli mondiali e 9 titoli europei.

Link alla rivista in formato pdf [clicca qui]. L'articolo è a pagina 11.

Foto di R. Marchi

martedì 20 gennaio 2009

Ritratti - Emma Mazzenga


Il premio “Master dell'anno” (promosso dai siti ATLETICANET e WEBATLETICA congiuntamente alla testata CORRERE) è stato assegnato, in campo femminile, ad Emma MAZZENGA, una straordinaria atleta a cui dedichiamo questo ritratto.

Lo spirito agonistico può non conoscere età, e mantenersi intatto anche oltre le 75 primavere. “Mimma” Mazzenga ne è sicuramente un esempio eclatante. Ciò che porta questa distinta professoressa in pensione a calzare scarpe chiodate e presentarsi sui blocchi di partenza non è la sola volontà di mantenere la forma fisica e una buona salute, come ci si potrebbe aspettare da una persona della terza età. No. Con grande spirito anticonformista, Mimma dichiara che è la voglia di competere, l'animus pugnandi, la principale motivazione che la spinge verso l'atletica leggera. E' un istinto innato, che vive quotidianamente, anche quando, ferma ai semafori, si concentra per essere la prima a scattare alla comparsa del verde.

Qualcuno potrà pensare che sia patetico o utopistico, ma conoscendo questa donna straordinaria si dovrà forse ricredere; non solo per gli eccezionali risultati che l'hanno portata nel 2008 a siglare ben due record mondiali di categoria, ma anche per i suoi incredibili grinta e spirito di iniziativa. Come nel 2006, quando, insieme alla sua amica atleta Dina Cambruzzi, prese l'auto partendo da Padova alla volta di Linz per disputare i Mondiali master indoor. Immaginando il loro viaggio e visualizzando le figure di queste due “over 70”, mi si sovrappongono nella memoria alcuni frammenti del film Thelma e Louise... Da quella trasferta Mimma tornò con due medaglie d'oro, una d'argento e una di bronzo: un mito! Lo sport, se vissuto intensamente, può regalare grandi emozioni e motivazioni, e forse ad aiutare a “vivere” nel senso più pieno del termine, indipendentemente dall'età anagrafica.

LA SUA STORIA
Mimma ha incontrato l'atletica leggera durante gli anni dell'università. Il suo miglior risultato da atleta assoluta risale al 1958, quando giunse quarta sui 400 metri ai Campionati italiani assoluti col tempo 61”1. Smise già nel 1961. Il matrimonio con Francesco, l'arrivo dei due figli (Giacomo e Monica), il lavoro da insegnante: Mimma deve attendere 25 anni per ritornare in pista. Merito di Alberto Pettinella, presidente del Cus Padova, che convoca tutte le ex-atlete con l'intenzione di formare una squadra master. Nel 1986 “Mimma” riprende gli allenamenti e a 53 anni debutta in una gara master correndo i 200 metri in 37 secondi. I suoi migliori risultati cronometrici da master li ottiene nel 1993, l'anno dei suoi 60 anni, segnando 14”8 nei 100 metri e 31”1 nei 200 metri, che sono tuttora le migliori prestazioni italiane per la categoria MF60.
Negli anni '90 si tessera con l'Assindustria Sport Padova, con la quale vince anche uno scudetto su pista master. “Ma erano altri tempi – racconta – Ora la competizione è sempre più agguerrita e in gara ci sono atleti molto più preparati”. Nel 1997 incontra Franco Sommaggio, che diventa il suo allenatore. Con lui riesce a compiere un importante salto nel qualità e nel 1998, agli Europei di Cesenatico, conquista il primo titolo internazionale vincendo i 100 metri W65 e giungendo seconda sui 200 metri. Sommaggio ha sempre dimostrato una grande sensibilità nel calibrarle gli allenamenti in base alle esigenze, che, da atleta master, variano non solo con il trascorrere degli anni ma anche, spesso, di giorno in giorno.
Col nuovo millennio Mimma decide di allungare la distanza e si cimenta anche nei 400 metri riuscendo a correrli, nel 2001, in 1'17”10, ancora oggi primato italiano MF65.

Nel 2006 passa alla SEF Macerata di Bruno Dezi, squadra che la accoglie con grande affetto. In Amalia Micozzi e Giulia Perugini trova anche due amiche premurose. Nello stesso anno, in cerca di nuovi stimoli contro la monotonia, debutta anche negli 800 metri (a 73 anni!) chiudendo la stagione con un promettente 3'22”11, senza però trascurare le distanze più corte. Ai mondiali indoor di Linz si aggiudica il infatti il titolo iridato sui 60 e sui 400 metri, giunge seconda sugli 800 e terza sui 200 metri W70.

Da più di vent'anni Mimma è al vertice della velocità master italiana. Non si contano i titoli italiani vinti. Suoi sono tutti i primati italiani MF70 e MF75 dai 100 agli 800 metri, più alcuni record MF60 e MF65. Ricchissimo anche il palmarès di medaglie internazionali con 5 titoli mondiali e 9 titoli europei. Il 2008 è stato per lei l'anno più entusiasmante. Mimma, che ha compiuto 75 anni il 1 agosto, ha siglato due stratosferici record mondiali W75 (1'25”2 sui 400 metri e 3'25”18 sugli 800 metri), ha vinto il titolo europeo sui 100 metri a Lubiana gareggiando con le W70 (mancavano pochi giorni al suo 75° compleanno), spaziando con grande disinvoltura dai 100 agli 800 metri e stabilendo 4 migliori prestazioni italiane MF75 (100 m. 17”06 – 200 m. 36”1 – 400 m. 1'23”20 – 800 m. 3'22”20). Risultati che premiano un pilastro dell'atletica master femminile permettendole di vincere il premio Master dell'Anno.

FLASH
Luglio 2008, un'assolata giornata di allenamenti al campo sportivo di Voltabarozzo, a Padova. Franco Sommaggio, dotato di due cronometri, compie i miracoli riuscendo a seguire le ripetute di tutti i suoi atleti impegnati in pista. C'è chi fa prove lunghe, chi corte. Su questa pista si ritrova un microcosmo dell'atletica leggera: ci sono atleti assoluti (come Giovanna Ricotta e Silvia, la figlia di Franco), atleti delle categorie giovanili, come pure atleti master (come Umbertina Contini). C'è anche Samuele Gobbi, che sta preparando le Paralimpiadi di Pechino. Franco è una persona di poche parole, uno di quelli che l'atletica la “fa” stando in campo tutti i giorni, con qualsiasi tempo, ad accogliere sotto le sua ali chiunque si rivolga a lui per farsi allenare o solo per un consiglio. Sono le persone come lui che andrebbero valorizzate e tutelate per salvare la nostra atletica. Alla partenza dei 200 metri, due atleti richiamano l'attenzione per una ripetuta: uno si chiama Pippo, e ha 9 anni, l'altra di anni ne ha quasi 75 e si chiama Mimma. Partono insieme e corrono lottando fino all'ultimo metro. La scena ha qualcosa di poetico che mi regala un'inattesa emozione.

Pubblicato su webatletica.it [Link] e sull' area master di atleticanet.it [link]il 20 gennaio 2009

giovedì 8 gennaio 2009

Ritratti - Andrea Benatti


L'esordio
Capita a volte di avere la sensazione che il tempo scorra sempre più velocemente, e che gli anni passino in un amen. Ma se la memoria tenta di ritornare indietro per riafferrare attimi o ripercorrere la nostra vita, allora forse ci rendiamo conto di tutto il tempo passato. Riportiamo indietro le lancette del tempo di quasi 25 anni. E' il 1985 e un ragazzino vivace partecipa a “Porta a porta”. Nulla a che vedere con il programma di Bruno Vespa: si tratta di una corsa di velocità organizzata dall'oratorio. Il giovane si classifica al primo posto e in premio riceve una coppa di legno. Il cimelio è ancora conservato con cura da quel ragazzino, ora uomo, che risponde al nome di Andrea Benatti.
L'attività giovanile
L'anno successivo Andrea partecipa con la scuola alla prima gara su pista, intitolata “Il ragazzo più veloce di Garbagnate”. Vince gli 80 metri ed inizia a praticare l'atletica leggera con la Riccardi Milano. Il ragazzo è veloce, capace da juniores di correre i 200 metri in 21”48 e classificarsi al terzo posto ai Campionati italiani di categoria. A ventanni corre per due volte i 100 metri in 10”3 manuale, e in 10”68 elettrico. Il padre è orgoglioso di lui e Andrea inizia a sognare. Dopo alcuni anni le aspettative si ridimensionano perché quelle prestazioni non vengono più migliorate, anche se ottiene per quattro volte il minimo per partecipare ai Campionati italiani Assoluti. Entra in polizia, per la quale lavora tuttora, ma non riuscirà ad entrare nel gruppo sportivo.
Transizione
In Italia non esistono le categorie M25 e M30, ma oggi Andrea è tra coloro che ne auspica l'istituzione come soluzione per fornire nuovi stimoli a chi “attende” di entrare tra i master. Lui un pò alla volta sente venir meno le motivazioni e inizia a spaziare tra gli sport invernali. Partecipa ai campionati italiani di bob e per due anni gira il mondo con la nazionale di skeleton, lo spericolato slittino con cui l'atleta si lancia sulla pista a testa in giù.
Gli scalcagnati
Nel 2001 fonda, insieme a Davide Lorenzini, la Polisportiva Adrense. La società aggrega una quindicina di ex atleti, uniti dalla filosofia della nuova società, che è quello di “divertirsi senza allenarsi”. C’è anche Ubaldo Ranzi che due anni prima, a Cortina, si era laureato campione mondiale di bob a due insieme a Gunther Huber. Senza preparazione gli infortuni sono inevitabili, così ogni anno viene organizzata una cena per celebrare il “Recycled dell'anno”, in pratica l'atleta più scalcagnato. Per Andrea è l'inizio di un nuovo periodo durante il quale decide di azzerare tutti i record personali per stabilire i primati di questa sua “Nuova Era”, regalandosi nuovi stimoli e motivazioni. In qualche modo anticipando quello che sarà poi lo spirito del master, che ad ogni cambio di categoria regala un'improvvisa spinta motivazionale. Nel 2005 la Polisportiva Adrense ottiene il colpaccio partecipando alla finale societaria assoluta di serie B e sfiorando per pochi punti la promozione in serie A.
La Capriolese
Nel 2006 il gruppo si trasferisce nel bresciano, alla Polisportiva Capriolese, società per la quale Andrea è tuttora tesserato e di cui è responsabile del settore Atletica. E' un vero e proprio trascinatore, gestisce il blog della squadra (capriolese.blogspot.com) e convince molti ex-atleti, che negli anni giovanili erano come lui alla Riccardi Milano, a tornare in pista. La punta di diamante è Fausto Frigerio, capace poi, a Clermont Ferrant nel 2008, di vincere un titolo mondiale indoor master sui 60 ad ostacoli M40.
Il master
La prima volta che Andrea sentì parlare dell'atletica “over 35” fu per merito di Averardo Dragoni, ma all'epoca una cosa per lui era certa: non avrebbe mai partecipato all'attività master. Ma c'è un motto che recita: “mai dire mai”, e qualche anno dopo, grazie all'amicizia con Salvino Tortu e Giancarlo D'Oro, e agli allenamenti e alle trasferte condivisi con gioia, quel pregiudizio, purtroppo ancora diffuso tra molti atleti assoluti, viene infranto e Andrea si ricrede.
Debutta agli Italiani Master Indoor del 2007 tra gli M35 vincendo il titolo italiano sui 200 metri; scopre che il mondo master è meno “artefatto” di quello assoluto, forse meno ipocrita, e gli regala nuove motivazioni per riprendere ad allenarsi con regolarità. Ha modo di conoscere ed ammirare le persone della terza età che si cimentano nelle competizioni ed inizia a guardare con diffidenza i loro coetanei che, pur in salute, preferiscono la poltrona e le ciabatte.
Agli Italiani all'aperto di Milano vince i 100 metri ed è secondo sui 200 metri. Partecipa ai Campionati Internazionali, dove gli si presenta la bellissima opportunità di correre i turni di gara. Ai Mondiali di Riccione giunge in finale sui 200 metri e si aggiudica l'argento nella 4x100 insieme a Daniele Biffi, Luca Casu ed Emiliano Raspi, a soli 3 centesimi dal gradino più alto del podio.
Nel 2008 è il dominatore della velocità M35 italiana. E' campione italiano indoor dei 200 metri e della 4x200 insieme ai suoi compagni della Polisportiva Capriolese (Daniele Biffi, Fausto Frigerio, e Cosimo Sguera). All'aperto, a Bressanone, si aggiudica quattro “eroici” ori: 100 (nonostante i blocchi di partenza difettosi), 200 (nonostante uno strappo ad un muscolo addominale) e le due staffette (con Fabio Orlandi, Cosimo Sguera e Gabriele Garini), corse più con il cuore che non con le gambe a causa dell'infortunio subito nei 200. Con 10”89 capeggia la graduatoria stagionale nazionale degli M35 sui 100 metri, mentre nella graduatoria dei 200 metri è secondo con 22”28 (a soli 4 centesimi da Alessandro Gulino).
Ai mondiali indoor di Clermont-Ferrant corre 4 turni dei 200 metri e si classifica al quinto posto nella finale M35. Fa parte poi della stratosferica staffetta 4x200 che vince il titolo iridato siglando, con 1'30”38, la miglior prestazione mondiale di categoria, insieme a Daniele Biffi, Davide Serrani e Enrico Saraceni. Agli Europei di Lubiana giunge quarto sia sui 100 metri che sui 200 metri e fa parte del quartetto vincitore della 4x100 M35 (con Daniele Biffi, Emiliano Raspi e Alessandro Giulino).
Il ricordo più bello
Ma se gli si chiede quale sia il suo più bel ricordo da master, Andrea non ha esitazioni: il meeting di Donnas del 1 giugno scorso, quando, nella gara vinta in 10”86 da Arben Makai, suo compagno di squadra, corse in 10”89 con il vento entro i limiti (vedi nella foto). Il riscontro cronometrico rappresenta il suo primato da master, a soli due decimi dal suo record assoluto. Ma di quella gara Andrea conserva il ricordo della gioia di una bella gara corsa con un amico, un'esperienza che conta più del risultato. Perché per Andrea l'amicizia e la condivisione sono importanti, come quella volta in cui, ai Campionati italiani Juniores, lui e Paolo Ciravolo corsero in batteria scambiandosi sguardi e risate fino al traguardo.
Webatletica.it
Dei master si parla, ma poco. La Fidal per prima dà un'informazione parziale e frammentaria. L'unico sito tematico è l'area master di www.atleticanet.it. Nel 2007 perciò Andrea decide, insieme a Daniele Biffi, di creare prima un forum e poi un sito dedicato ai master, e non solo: nasce così www.webatletica.it, il cui obbiettivo è quello di incentivare la condivisione dell'esperienza master, oltre che la conoscenza di questo mondo.

Andrea non ama parlare di sé perché una delle sue doti è sicuramente la modestia; preferisce sempre dare risalto alle imprese degli altri, e questo dovrebbe essere preso come esempio da chi, a volte, non riesce a sollevare il naso oltre i propri risultati. Intervista, scrive, esterna e, se è il caso, si indigna (come direbbe De André), ma non getta la spugna, sotto la spinta della sua grande passione per questo mondo. Ha tanti progetti. In questo momento sta cercando di portare a termine un'impresa tanto ammirevole quanto impegnativa: riportare in un unico data base tutti i risultati degli atleti italiani ai campionati internazionali master.

Un po' di anni fa pensavo che nello sport ci fossero tante persone disposte a darsi da fare a titolo gratuito per ricambiare una passione grande come può essere quella per l'atletica; poi ho capito che troppe volte l'egoismo ed altri tipi di interesse possono avere il sopravvento. Andrea Benatti è un'eccezione. E' per questo che ho voluto raccontare la sua storia.

Pubblicato nell'area master di atleticanet l'8 gennaio 2009 [link]

giovedì 1 gennaio 2009

Ritratti - Giuseppe Franco

Atletica Veneta Comunicati - Gennaio 2009
L'atleta master del mese

Giuseppe Franco
GIUSEPPE FRANCO
Data di nascita: 22/06/1941
Categoria: MM65
Società: Atletica Athlon Padova

Il numero uno del getto del peso tra gli MM65 si chiama Giuseppe Franco, campione italiano 2008 di categoria sia indoor che outdoor. Il suo stagionale, con l'attrezzo da 5 kg, è di 12,65 metri. Specialista anche del giavellotto (nel quale ha primeggiato nel 2006 e nel 2007 con misure superiori ai 41 metri), nel 2008 è stato limitato da un problema alla spalla. E' da 50 anni che “Beppo” frequenta lo stadio Colbachini di Padova, dov'è conosciutissimo e molte persone gli vogliono bene. “Per me è un luogo di ritrovo,apprezzo la compagnia delle persone che condividono la mia stessa passione”, ci confida Giuseppe che, oltre a quelli dell'atleta, veste anche i panni di allenatore: segue infatti i lanciatori (sia del gruppo giovanile che master) dell'Athlon Padova, società che nel 2008 ha avuto la soddisfazione di essere ammessa alla finale societaria master su pista. Le sue prime gare di atletica risalgono alla fine degli anni '50, quando, allenato da Giovanni Pertile, lanciava il giavellotto oltre i 64 metri. Ora i ruoli si sono invertiti ed è il novantaduenne “professor Pertile” (master del mese di luglio 2008) a seguire i consigli tecnici del suo ex-allievo. Nel 2009 Giuseppe vorrebbe ottenere un buon risultato nel pentathlon lanci e per questo si sta preparando anche nel martello. “E' molto stimolante, perché per me si tratta di un attrezzo completamente nuovo - ci spiega - ma ho come insegnanti dei martellisti di livello assoluto come Pellegrino Delli Carri e Michele Ongarato che, con pazienza e spirito di amicizia, mi stanno insegnando le basi tecniche di questa specialità”. E' proprio vero: nel mondo master non è mai troppo tardi.

Link alla rivista in formato pdf [clicca qui]. L'articolo è a pagina 8.

Foto di R. Marchi