sabato 6 novembre 2010

Libri - La corsa verso il mare

Articolo pubblicato su Atletica Veneta Comunicati - Novembre 2010.
Un podista padovano, Roberto “Rubens” Noviello, dopo aver partecipato alla Sahara Marathon, ha scritto un libro sull'odissea del popolo Saharawi: 42 capitoli, tanti quanti sono i chilometri della maratona, per raccontare un'esperienza straordinaria.

Tra tante iniziative che in tutto il mondo sposano il binomio “sport e solidarietà”, ce n'è una molto particolare che porta gli atleti partecipanti a vivere, oltre ad un'avvincente avventura sportiva, un'indimenticabile esperienza umana.
Parliamo della Sahara Marathon, la maratona che sostiene la causa dei Saharawi, un popolo di 50.000 persone che da 35 anni vive all'interno di campi profughi nel deserto algerino, nell'attesa che venga riconosciuto loro il diritto all'autodeterminazione.
Il tracciato della maratona connette simbolicamente i tre campi profughi, che sorgono nel nulla in mezzo al deserto dell'Hammada du Dra, uno dei luoghi più inospitali al mondo. Gli atleti vengono ospitati dalle famiglie Saharawi nelle proprie tende e hanno l'opportunità di conoscere in prima persona la grande dignità di questa gente che, più che la povertà, teme di essere dimenticata. I campi sono popolati da donne e bambini perché gli uomini sono al fronte, sotto quel muro di terrapieno di 2.700 chilometri, costruito dal Marocco, che li divide da quella che considerano la loro patria: il Sahara Occidentale.
Al traguardo della maratona viene consegnata ai partecipanti una medaglia prodotta con materiale riciclato, che rompe tutti i canoni del mondo occidentale, ma che diventa di valore inestimabile per chi la mette al collo dopo questa straordinaria esperienza.
Roberto Noviello ha partecipato quest'anno alla Sahara Marathon e ne è rimasto talmente toccato che ne ha scritto un libro: “La corsa verso il mare”. “E' l'unica corsa che non si vorrebbe più correre - spiega Noviello - perché, quando questo succederà, significherà che il popolo Saharawi sarà tornato sul suo territorio e avrà finalmente rivisto il mare”.
Noviello, “Rubens” per gli amici, ha 42 anni, vive a Ponte San Nicolò e lavora presso una società di informatica. Da sempre coltiva la passione per la corsa e le ultramaratone e, oltre che atleta, è anche un tecnico di atletica del Cus Padova e istruttore di calcio.
Il libro è suddiviso in 42 capitoli, tanti quanti sono i chilometri della maratona, ma la lettura scorre via veloce, come una gara di mezzofondo.
La scrittura è diretta, essenziale, eppure ha il dono di emozionare e arrivare dritta al cuore.
Un libro che ci porta per mano in un altro mondo, dove le stelle si possono quasi toccare ma le case di fango vengono spazzate via con la pioggia, e ci invita alla riflessione, a rallentare i nostri sempre più frenetici ritmi, a ricercare le cose più vere della vita.
I proventi della vendita verranno consegnati dall'autore direttamente ad Omar Mih, il rappresentante in Italia del popolo Saharawi, per finanziare progetti di solidarietà che verranno rigorosamente documentati.
“L'importante è parlarne, far conoscere questa causa”, non si stanca di ripetere Noviello durante le interessanti presentazioni del suo libro che stanno coinvolgendo anche le società di atletica venete.
E al lettore che giunge all'ultima pagina ricorda “Ti consegno il filo da far girare. Servirà a te per crescere e ai Saharawi per tessere la tela della libertà”.

Per l'acquisto del libro ci si può rivolgere direttamente a Noviello, all'indirizzo:
rubens_68@libero.it, oppure è possibile utilizzare il sito [www.unipress.it]

Link alla rivista in formato pdf [clicca qui]. L'articolo è alle pagine 15 e 16.

(Foto di Gisella Molino)

mercoledì 1 settembre 2010

Francesco Arduini: La passione salta in alto

Articolo pubblicato su Atletica Veneta Comunicati - Settembre 2010 - Mondo master

Francesco Arduini, dopo una lunga carriera a livello assoluto, ha scoperto l'attività “over 35”, dove in due stagioni ha vinto altrettante medaglie a livello internazionale: un esempio che potrebbe fare scuola.












E' entrato a far parte del mondo master solo nel 2009 e, in meno di due anni, ha collezionato nel salto in alto M35 un titolo europeo (in Ungheria, lo scorso luglio), una medaglia d'argento ai Mondiali (in Finlandia nel 2009) e due titoli italiani. Il tutto senza trascurare l'attività assoluta con la maglia della Jäger Vittorio Veneto. Andiamo a conoscere Francesco Arduini.

Francesco, tu sei tesserato per la Jäger Vittorio Veneto, ma la tua pronuncia non è propriamente veneta...
“Infatti sono romagnolo. Vivo a San Giovanni in Marignano, in provincia di Rimini, insieme alla mia compagna, Silvia Biavati, ostacolista della Industriali Conegliano. Ormai da 8 anni vestiamo i colori delle due squadre trevigiane. Per noi le compagini Jäger/Industriali sono come una famiglia, ci troviamo molto bene e non ci pesano le trasferte per partecipare alle gare regionali”.

Qual è la tua attività lavorativa e come riesci a conciliarla con quella sportiva?

“Lavoro per una ditta che realizza pezzi di ricambio per moto da corsa. Sono un tecnico addetto alle mappature elettroniche delle moto. Si tratta di un'attività piuttosto impegnativa, al punto che da 10 anni non sono più seguito da un allenatore proprio per la difficoltà di conciliare i tempi degli allenamenti con i ritmi lavorativi. Mi alleno nella pausa pranzo insieme a Giulio e Nicola Ciotti, i due atleti della nazionale, che sono dei grandissimi amici. Ci aiutiamo vicendevolmente scambiandoci consigli tecnici”.


















Che cosa ti spinge a continuare a praticare l'atletica leggera nonostante tante difficoltà?
“La risposta è la stessa che ti potranno dare tanti altri atleti che cercano di conciliare famiglia, lavoro e sport: il motore che spinge è una grande passione che
porta a grandi sacrifici ma che sa regalare incredibili soddisfazioni. Per partecipare agli Europei master in Ungheria ho letteralmente fatto i salti mortali, arrivando a Nìregyhàza poche ore prima della gara e ripartendo per la Francia subito dopo per un impegno di lavoro. Come quasi tutti i master ho ovviamente dovuto sostenere tutte le spese della trasferta, ma la soddisfazione è stata comunque impagabile. L'amore per l'atletica mi ha portato anche ad essere dirigente dell'Atletica 75 di Cattolica e ad ottenere il tesserino da allenatore e da giudice. Ho la fortuna di condividere questa passione con Silvia, la mia compagna di vita. Peccato che non siamo mai riusciti a disputare insieme la finale societaria: Jager Vittorio Veneto e Industriali Conegliano fino ad ora non si sono mai ritrovate nella stessa finale”.
















Quando hai iniziato a praticarel'atletica leggera?
“Ero in prima media. Seguendo il consiglio di mio cugino, mi sono ritrovato in pista. All'inizio correvo e lanciavo, poi alla prima gara di salto in alto ho valicato l'asticella a 1,40 ed è stato amore a prima vista. Da allora il salto in alto è stata sempre la 'mia' gara”.

Quali sono i tuoi personali da assoluto e da master ?
“Nel 1996, a 22 anni, ho saltato 2,11. Da M35 ho un personale di 2,04, ottenuto lo
scorso anno alla finale A 'Argento' di Sulmona. In oltre 20 anni di attività ho disputato più di 300 gare di salto in alto riuscendo a valicare l'asticella dei 2
metri per 108 volte”.

Per quali squadre hai militato?
“Sono stato nel Gruppo Sportivo dell'Aeronautica e con l'Atletica Bagheria, finché nel 2000 ho avuto un grave problema di salute a causa del quale sono stato paralizzato per circa due mesi: i medici pensano si sia trattato di un problema virale, ma la diagnosi precisa non è mai stata fatta. Ho subito una sorta di “azzeramento neurologico”, ma, un po' alla volta, ho ripreso a camminare. Ci sono voluti un paio d'anni per tornare a stare bene. La mia rinascita ha coinciso con l'incontro con la Jäger Vittorio Veneto, squadra per la quale sono felicemente tesserato dal 2002”.

Cosa ci dici del mondo master?
“Ti confesso che fino a qualche anno fa guardavo all'attività master come ad una specie di 'cimitero di dinosauri'. In seguito, però, mi sono dovuto ricredere, perché non è così. Ho potuto constatare la grande passione, la motivazione e la volontà che animano gli atleti master. E' un mondo, vivo, vivissimo, che mi ha regalato nuovi e inattesi stimoli. Gareggiare con chi salta più di 2,20 è sempre un grande onore, ma lottare per un titolo mondiale master sul centimetro, con atleti che hanno la tua età e sono sui tuoi livelli, è molto più stimolante. Partecipare ad una manifestazione internazionale master è molto gratificante anche dal punto di vista emozionale: raggiungere la call-room, vestire la maglia dell'Italia e competere con atleti di tante nazioni: ogni momento ha contribuito a generare un'esperienza bellissima che mi ha cambiato prospettiva, permettendomi di 'guardare avanti' con ottica diversa e nuovi stimoli”.

I tuoi prossimi obiettivi?
“La finale A 'Argento' di Comacchio, con la Jäger. Anche se al momento un problema lavorativo non mi permette di essere presente. Sto cercando una soluzione perché mi dispiacerebbe molto non esserci. A livello master vorrei partecipare ai Mondiali di Sacramento del 2011. Sono talmente entusiasta che sto cercando di convincere anche alcuni atleti assoluti che il prossimo anno compiranno 35 anni. Per non parlare del mio fisioterapista, che di nome fa Andrea Benvenuti: sarà difficile convincerlo, ma io ci proverò”.

Grazie Francesco, il mondo master ha bisogno del tuo entusiasmo.

Link alla rivista in formato pdf [clicca qui]. L'articolo è alle pagine 12 e 13.

Nelle foto: 1) Francesco Arduini, dalle pedane assolute a quelle master, 2) L'altista della Jäger con l'azzurro Nicola Ciotti, 3) Arduini con l'ostacolista Silvia Biavati, sua compagna nella vita (Archivio Arduiini)

domenica 8 agosto 2010

I magnifici d'Europa - Arduini, Ferrarini, Ipino, Mazzegna, Salvador e Vacalebre

Articolo pubblicato su Atletica Veneta Comunicati - Agosto 2010 - Mondo master
Sei atleti veneti sono saliti sul gradino più alto del podio nella rassegna continentale over 35 di Nìregyhàza. Ori per Francesco Arduini, Barbara Ferrarini, Michela Ipino, Emma Mazzenga, Fausto Salvador e Giovanni Vacalebre.
La loro età varia dai 36 ai 91 anni, vestono maglie di squadre venete e hanno una cosa in comune: sono saliti sul gradino più alto del podio ai Campionati Europei Master di Nìregyhàza, la cittadina ungherese che ha ospitato la manifestazione dal 15 al 24 luglio. Sugli scudi la padovana Emma Mazzenga, che il primo agosto ha compiuto 77 anni, con tre medaglie d'oro. Abbiamo raccolto i commenti dei nostri sei campioni.
Eccoli, in rigoroso ordine alfabetico.

Francesco Arduini (JagerVittorio Veneto) - 36 anni, oro nel salto in alto M35: “E' stata una bella avventura, mi piace molto lo spirito dei partecipanti e la grande passione che ci mettono. Lo scorso anno arrivai secondo ai Mondiali di Lathi dietro allo svedese Wanhainen. In quell'occasione io e lui siamo diventati amici e speravo di ritrovarlo a questi europei; purtroppo per impegni di lavoro non è potuto essere presente ed è venuta a mancare una bella sfida. E' stata comunque una bella soddisfazione saltare la misura di 2,02 (la stessa con cui lo svedese vinse i mondiali, ndr) e salire sul podio insieme a Luca Tonello, l'atleta della Voltan Martellago giunto secondo”. (Nella Foto: Francesco Arduini (a destra) e Luca Tonello protagonisti nell'alto - Archivio Arduini)

Barbara Ferrarini (Asi Veneto) - 43 anni, oro nella 4x400 W35: “Era dal 2007, dai Mondiali di Riccione (quando vinse il titolo mondiale sui 400 ostacoli W40, ndr), che non partecipavo a una manifestazione internazionale. Non sono arrivata in gran forma, ma speravo ugualmente di vincere i 400 ostacoli, dove però sono giunta seconda per aver impostato una ritmica sbagliata. Dopo l'inatteso secondo posto nel salto in lungo (con 5,44), mi sono infortunata alla gamba poco prima della finale degli 80 ostacoli, ma con l'aiuto del fisioterapista e tanta voglia di partecipare è arrivata questa bella medaglia d'oro nella staffetta (insieme a Cristina Amigoni, Paola Tiselli e Emanuela Baggiolini, ndr) con il tempo di 4'02”07. Peccato che per soli due centesimi non abbiamo stabilito il primato italiano”. (Foto: la gioia della plurimedagliata Barbara Ferrarini - Archivio Ferrarini)

Michela Ipino (Bassano Running) - 41 anni, oro nella maratona W40: “Dopo la bella esperienza ai mondiali di Lathi dello scorso anno (dove conquistò l'argento, ndr), avevo finalizzato la preparazione per questo evento. E' stata però una gara durissima, corsa in condizioni climatiche quasi proibitive (31 gradi e 70% di umidità) e in un percorso assolato di 7 chilometri che ha messo tutti gli atleti in difficoltà. Alla fine ho tenuto duro e ce l'ho fatta. Speravo in un riscontro cronometrico migliore, ma tutti mi dicono che in un campionato internazionale sia più importante il piazzamento. E' molto bello rappresentare l'Italia in queste gare, ma devo ammettere che mi aspettavo una maggior presenza degli esponenti della Fidal, soprattutto alla partenza e alla premiazione”. (Foto: Michela Ipino, una maratona tutta d'oro - Archivio Bassano Running Store).


Emma Mazzenga (Città di Padova) - 77 anni, oro nei 100, 200 e 400 metri W75: “Sono felicissima di questi tre titoli europei, soprattutto se penso che esattamente un anno fa avevo appena ripreso a camminare dopo un'operazione al metatarso per una frattura scomposta. Partecipare alle gare internazionali è per me l'occasione per trovare avversarie di alto livello con cui dare vita a belle sfide come è avvenuto a Nìregyhàza con la norvegese Nyland. In Italia, nella mia categoria, il divario con le altre avversarie è molto grande. Sui 100 metri la favorita era la Nyland, accreditata di un tempo nettamente migliore del mio, e per questo quando mi sono trovata a tagliare per prima il traguardo ero davvero incredula. Sui 200 ero seconda fino a pochi metri dall'arrivo, poi ho affiancato la norvegese e questa, tentando di reagire, ha perso l'equilibrio ed è caduta, perciò risulta un distacco di 8 secondi. In realtà la gara è stata molto combattuta così come sui 400 metri dove il mio sorpasso è avvenuto nel rettilineo finale”. (Foto: Emma Mazzenga, regina della velocità - Archivio Mazzenga).

Fausto Salvador (San Marco Venezia) - 41 anni, oro nella 4x400 M40: “Partecipare a queste manifestazioni vestendo la maglia azzurra è sempre una sfida molto stimolante. Peccato che il programma prevedesse i tre turni dei 400 metri in sole 36 ore: sono stato il primo degli esclusi dalla finale, pagando lo scarso recupero. La staffetta 4x400 (corsa insieme a Paolo Chiapperini, Edgardo Barcella e Massimiliano Scarponi, ndr) è invece stata entusiasmante: siamo riusciti a battere la formazione tedesca, che schierava ben tre finalisti dei 400 metri. L'ottimo tempo finale di 3'25”39 è a soli 4 centesimi dal primato italiano”. (Foto: Fausto Salvador (secondo da destra) con la 4x400 italiana - Archivio Saraceni)

Giovanni Vacalebre (Bodadilla Club Treviso) - 91 anni, oro nei 5 km di marcia M90: “Fino all'ultimo pensavo di non partecipare, poi la mia società è riuscita a trovare una sponsorizzazione e sono riuscito a partire insieme a mia moglie Giuseppina. Lo scorso anno, quando vinsi il titolo mondiale in Finlandia, fu una grande gioia, ma questa volta ho trovato ancora più affetto ed entusiasmo: tutti mi salutavano, mi facevano i complimenti, mi chiedevano una foto. In gara ero concentrato perché sapevo che, pur essendo l'unico nella mia categoria in gara, avrei dovuto marciare sotto i 46 minuti per poter salire sul podio (in questa manifestazione hanno introdotto i minimi per le medaglie, ndr). Ma agli italiani di Roma di un mese prima con 45'01”00 avevo stabilito il record europeo M90 e sapevo di potercela fare. Ascoltare durante la premiazione l'Inno di Mameli è stata un'emozione indescrivibile”. (Foto: Un podio trionfale per Giovanni Vacalebre - Archivio Bobadilla Club)

APPLAUSI: 22 PODI VENETI
Gli atleti tesserati per squadre venete hanno conquistato 8 medaglie d'oro, 8 d'argento e 6 di bronzo. Il totale della rappresentativa italiana è di 31 ori, 32 argenti e 38 bronzi.
Questo il riepilogo delle medaglie venete (per sapere di più sulla manifestazione e consultare la lista di tutti gli atleti veneti finalisti, vi rimandiamo all'apposita news pubblicata sull'Area Master del sito fidalveneto.it [Link].

ORO
W35-Barbara Ferrarini (AsiVeneto)-4x400 (C.Amigoni,B.Ferrarini,P.Tiselli,E. Baggiolini) 4'02”06;
W40-Michela Ipino (Running Bassano)- Maratona 3h12'42”;
W75-Emma Mazzenga (Città di Padova) -100 m. 17”48 (-0.4);
W75-Emma Mazzenga (Città di Padova) - 200 m. 36”65(+0.6);
W75-Emma Mazzenga (Città di Padova) - 400 m. 1'25”72;
M35-Francesco Arduini (Jager V.Veneto TV)-Alto (2,02);
M40-Fausto Salvador (San Marco Venezia)-4x400 (P.Chiapperini,E.Barcella,F.Salvador,M.Scarponi) 3'25”39
M90-Giovanni Vacalebre (Bodadilla)-Marcia 5 km (45'30”41).

ARGENTO
W40-Barbara Ferrarini (Asi Veneto)-Lungo 5,44 (+2.4);
W40-Barbara Ferrarini (Asi Veneto)-400 hs 66”40;
W55-Natalia Marcenco(Assindustria Pd)-Marcia 5.000 30'53”77.
W55-Natalia Marcenco (Assindustria Pd) - Marcia 10 km 1h03'02”.
W55/W60-Natalia Marcenco (Assindustria PD)- Marcia 10 km Team (N.Marcenco,P.Martini,M.Luppi) 3h23'54”.
M35-Luca Tonello (Assindustria Pd)- Alto (1,90)
M35-Luca Romano (Voltan Martellago)-4x400 (M.Minelli,A.Benatti,L.Romano,A.Gulino)
3'27”09.
M50-Domenico Furia (Voltan Martellago)-200 m. 23”86 (+0.5).

BRONZO
W40-Gabriella Ramani (Asi Veneto)-4x400 (G. Ramani, A.Pagnotta, A. Micheletti, G.Lacava) 4'28”07
M35-Luca Tonello (Assindustria Pd) - Triplo 13,27 (0.0)
M70-Giorgio Bortolozzi (Vecio Gat)-Lungo 4,45 (+0.8)
M70-Giorgio Bortolozzi (Vecio Gat)-Triplo 9,46 (+1.5)
M80-Alcide Magarini (Lib. Lupatotina)-800 m. 4'12”77.
M85-Eddo Foroni (Lib. Lupatotina)- 100 m.19"01 (+1.0).

Link alla rivista in formato pdf [clicca qui]. L'articolo è alle pagine 19, 20 e 21.

sabato 3 luglio 2010

Contini: quando lo sprint non ha età

Articolo pubblicato su Atletica Veneta Comunicati - Luglio 2010 - Mondo master
La padovana Umbertina Contini in questa stagione ha già migliorato per sei volte i primati italiani della velocità nella categoria MF60. E per il 2011 ha già in mente un grande traguardo.

Facciamo la conoscenza di una delle velociste di punta dell'atletica master italiana, la padovana Umbertina Contini che, dopo 9 anni con il Cus Torino, dal 2010 è tornata a vestire la maglia di una squadra veneta.

La stagione 2010 non è ancora terminata, ma Umbertina Contini ha già migliorato per ben sei volte i primati italiani della velocità per la categoria MF60. L'ultimo record l'ha registrato durante la fase regionale dei Societari master, correndo i 100 metri in 14”58 con un vento contrario di 0.8. Anche i non esperti potranno sicuramente cogliere il valore di questa prestazione ottenuta a 60 anni. La portacolori dell'Atletica Città di Padova è riuscita addirittura a correre più veloce del primato italiano della categoria MF55 da lei stabilito due anni fa.
Di solito molto riservata, sul traguardo al San Giuliano di Mestre non è riuscita a contenere la gioia quando ha visto il riscontro cronometrico sul tabellone. Un entusiasmo meritato.

Umbertina, parlaci un po'di te, della tua vita.
“Sono un'insegnante di educazione fisica in pensione da tre anni, ma non mi annoio di certo. Oltre a praticare l'atletica leggera sono socia del Panathlon, per il quale sono impegnata nella promozione dello sport dei disabili, e sono segretaria della sezione Veterani di Padova con la quale, tra le varie attività, promuoviamo lo sport giovanile. Sono sposata e ho due figli: Alessandra (30 anni) e Daniele (26)”.

Anche tuoi figli praticano l'atletica leggera?
“Alessandra l'ha fatto fino ai 19 anni, correndo prevalentemente i 400. Daniele (Chiffi n.d.r) è tuttora un ottocentista dell'Atletica Città di Padova”.

Una decina di anni fa, in una gara regionale, ti trovasti a correre i 400 metri nella stessa serie di tua figlia: quali furono le tue sensazioni?
“Fu molto emozionante. Non capita a tutti di avere l'opportunità di gareggiare insieme alla propria figlia”.

Hai praticato l'atletica leggera in gioventù?
“Sì, dai 14 ai 19 anni. Ero iscritta al Cus Padova. Avevo un personale di 12”3 nei 100 e 25”5 nei 200. Fui convocata due volte in nazionale juniores e nel 1968 feci parte della 4x100 che stabilì il record italiano. Poi ho frequentato l'Isef a Roma, interrompendo l'attività agonistica per un infortunio”.


Quando hai ripreso l'attività?

“Nel 1995, a 45 anni. Portando in pista i ragazzi della scuola, ho avuto l'opportunità di conoscere il gruppo master dell'Assindustria Padova. Ho ripreso ad allenarmi, commettendo però l'errore di molti ex atleti. Ripresi troppo velocemente, dimenticando che ero stata ferma per oltre 20 anni. Così mi strappai subito il bicipite femorale. Dall'anno successivo iniziò a seguirmi Franco Sommaggio, che è tuttora il mio allenatore”.

Come si allena una velocista di 60 anni come te?
“Vado in pista quattro volte alla settimana, ma uno degli allenamenti lo effettuo correndo solo sull'erba. Inoltre alla domenica non manca mai una corsa sugli argini. Rispetto a dieci anni fa, ho ridotto la quantità e i tempi di recupero tra una prova e l'altra. Impiego in compenso molto più tempo per scaldarmi, soprattutto per lo stretching, e ho ridotto al minimo l'uso delle scarpe chiodate”.

In quindici anni hai vinto una cinquantina di titoli italiani master e otto medaglie internazionali: a quale è legato il ricordo più bello?
“Probabilmente ai due ori nelle staffette agli Europei di Lubiana, nel 2008, per le belle sensazioni che ho provato in gara dopo aver superato un lungo periodo di
crisi. Il risultato della gara è come se rappresentasse il metro del mio stato psicofisico: quando sto bene e quando tutto gira per il meglio, come quest'anno quando l'equazione 'allenamento=risultato' ha funzionato, provo una sensazione impagabile”.

Quando ti chiedono perché continui a praticare l'atletica leggera, cosa rispondi?
“Perché mi fa star bene e mi regala delle belle soddisfazioni. Per me l'atletica rappresenta l'opportunità di confrontarmi principalmente con me stessa, più che con le avversarie. E' uno sport che mi ha insegnato a non mollare mai, a superare le difficoltà, ad andare oltre. E questo è in linea con il mio carattere. Inoltre mi ha dato l'opportunità di conoscere tante persone speciali e mi ha aiutato ad
aprirmi, ad essere meno introversa”.

Quali sono i tuoi prossimi obiettivi?
“Vorrei provare a preparare i 400 metri più seriamente. Quest'anno, senza una preparazione specifica, li ho corsi in 1'14”, ad un secondo dal record italiano
di categoria. Per quanto riguarda il mio prossimo importante appuntamento agonistico, avendo rinunciato agli Europei in Ungheria, sto pensando ai Mondiali Master di Sacramento del 2011”.

Queste le migliori prestazioni italiane di categoria detenute da Umbertina Contini nelle seguenti gare individuali:

60 metri indoor 100 metri 200 metri
MF45 -- 12”9 manuale (1998) 27”7 man. (1999)
MF50 -- 13”99 (2000) --
MF55 9”17 (2009) 14”59 (2008) 30”23 (2008)
MF60 9”23 (2010) 14”58 (2010) 30”51 (2010)







Foto: Umbertina Contini - podio dei 200 metri alla fse regionale dei cds di Mestre, con Mazzenga e Giusti (di R. Marchi)

Link alla rivista in formato pdf [clicca qui]. L'articolo è a pagina 10 e 11.

domenica 7 febbraio 2010

Buon compleanno Giovanni!

Articolo pubblicato su Atletica Veneta Comunicati - Febbraio 2010 - Mondo master

Il 9 febbraio spegnerà 91 candeline. Le sue imprese sportive lo hanno reso famoso, richiamando anche l'interesse dei media. Siamo stati a Vittorio Veneto a trovare Giovanni Vacalebre, campione del mondo master M90 sui 5 km di marcia.


















La sua è una personalità forte, dalla quale traspare una grande determinazione ma anche un animo particolarmente sensibile. I suoi occhi brillano quando parla delle sue passioni: la famiglia, l'atletica, le amicizie, i viaggi. In gioventù, con le forzate interruzioni legate al conflitto bellico, Giovanni è stato un marciatore di livello nazionale. I ricordi di quelle gare sono ancora conservati come reliquie dentro uno straordinario album contenente foto e articoli di giornale di quegli anni.
E' merito di mia madre - racconta - se questo album è arrivato intatto fino ad oggi”. E' facile, sfogliando quelle pagine e ascoltando le sue parole, lasciarsi trascinare indietro nel tempo. “Il mio incontro con la marcia è avvenuto casualmente nel 1935”, spiega. “Ero a Catania, la mia città natale, e sono stato reclutato all'ultimo momento da una società per coprire i 12 km. Ricordo che non avevo le scarpe adatte e arrivai con le piaghe ai piedi. Mi notò Francesco Fontanarosa, un famoso marciatore dell'epoca, che divenne il mio allenatore”.
Il giovane Giovanni si mise in evidenza per la sua volontà, ma non solo. La marcia, in quegli anni, era molto diversa da quella attuale e lo stile era un importante elemento di valutazione: “Vince il premio come miglior stilista Giovanni Vacalebre”, si legge in un ritaglio di giornale. In un altro articolo il patriarca della marcia italiano, Ugo Frigerio, lo definisce “un buon elemento ammirevole per la grande volontà”. A 19 anni si trasferisce al centro sportivo di Trieste, quindi milita in società venete storiche come la Bentegodi Verona, squadra con la quale vinse il titolo italiano, e il Gat Treviso. Sono numerose le foto che lo ritraggono in veste di atleta in quel periodo; in una lo si riconosce a fianco del mitico Adolfo Consolini.Nel dopoguerra, intraprende la carriera nell'esercito, continuando a praticare la marcia e disputando la sua ultima gara nel 1953. Nei successivi 55 anni la sua vita scorre esclusivamente tra lavoro e famiglia. Nel 2008 Giovanni è uno stimato maresciallo in pensione e le competizioni sono solo un ricordo lontano che
riaffiora di tanto in tanto sfogliando il prezioso album. In un angolino del suo animo è però sempre rimasto, come una “bronsa cuerta”, lo spirito dell'agonista; così, quando casualmente si imbatte in un articolo di giornale che parla dei Mondiali Master di Riccione e nel quale viene citato (tra i medagliati) anche Carlo Bomba, la scintilla torna improvvisamente a riaccendersi. “Carlo lo conosco, gareggiava con me; ricordo che lo battevo…”, pensa. “Se c'è riuscito lui, perché non provare anch'io?”. Ecco che così, ottantanovenne, Giovanni decide di tornare alle competizioni. Nel suo progetto viene supportato dalla palestra che frequenta da diversi anni, la Bodadilla di Vittorio Veneto, dove tutti, a partire da Renzo, il titolare, sono suoi grandi sostenitori.

La moglie Giuseppina, la figlia Paola Alessandra e il nipote sono i suoi primi tifosi. Si tessera con la Bodadilla Sport e debutta agli italiani master di Bressanone, giungendo secondo tra gli M85. “E' stata un'esperienza bellissima”, ricorda. “Era come se il tempo non fosse passato. Ero di nuovo in gara. Unica differenza, il riscontro cronometrico: ho impiegato 44 minuti, contro i 25 che mi bastavano in gioventù per marciare sui 5 km. Ritrovare tanti amici di un tempo come Ottavio Missioni, ma anche incontrarne molti di nuovi... E' stata una vera festa”.
La scoperta del mondo master gli schiude nuove prospettive, per le quali trova energie inaspettate. Nel 2009, da M90, vince i campionati italiani di Cattolica e organizza la trasferta in Finlandia per partecipare ai Mondiali di Lathi. Ci va in camper con la moglie e il fratello settantacinquenne. Per arrivare impiega più di tre giorni, attraversando cinque nazioni. Lo entusiasma la splendida atmosfera che si respira in una manifestazione internazionale master. La conoscenza dell'inglese, acquisita durante la guerra con i suoi tre anni di prigionia in Arizona, gli permette di conoscere tanti sportivi da tutto il mondo. In gara si ritrova ad inseguire il beniamino di casa, il finlandese Onni Huotari: a due giri all'arrivo lo supera, ma prima lo abbraccia e lo incita, perché la sportività per lui è un valore irrinunciabile.
Taglia il traguardo al primo posto, diventa campione mondiale ed esterna in un pianto irrefrenabile la sua gioia e commozione. Rientra in Italia da vero e proprio personaggio. Tutti lo vogliono intervistare; partecipa come ospite anche ad una trasmissione di Canale 5: “Ma non è stata un'esperienza del tutto positiva”, confida. “Alla fine non mi hanno chiesto nulla sua mia attività sportiva”. Noi invece ci teniamo eccome a conoscere il Giovanni “atleta”, così gli chiediamo subito com'è strutturato il suo programma di allenamento. “Mi alleno presso la palestra per tre mattine alla settimana. Inizio con 20 minuti di tapis roulant, per proseguire con 10 minuti di byke, 15' di rotex e 15' di recline”, spiega con meticolosità. “Il tutto intervallato da esercizi di stretching. Alla fine mi aspetta il bagno turco e un bell'idromassaggio. Dal mese di marzo inizierò la preparazione specifica con la marcia all'aperto”. Nel suo mirino per il 2010 ci sono i Campionati Italiani e gli Europei di Nyíregyháza. “Poi vedremo. Tutto può succedere alla mia età”. Giovanni un sogno ce l'ha, ed è quello di volare oltreoceano, il prossimo anno, per difendere il titolo iridato ai Mondiali di Sacramento. Noi gli auguriamo con tutto il cuore di realizzarlo.

Foto: Vacalebre a Lathi con la bandiera e sul podio (Famiglia Vacalebre); Primo piano di Vacalebre davanti alla palestra Bodadilla (di R. Marchi)

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