mercoledì 1 settembre 2010

Francesco Arduini: La passione salta in alto

Articolo pubblicato su Atletica Veneta Comunicati - Settembre 2010 - Mondo master

Francesco Arduini, dopo una lunga carriera a livello assoluto, ha scoperto l'attività “over 35”, dove in due stagioni ha vinto altrettante medaglie a livello internazionale: un esempio che potrebbe fare scuola.












E' entrato a far parte del mondo master solo nel 2009 e, in meno di due anni, ha collezionato nel salto in alto M35 un titolo europeo (in Ungheria, lo scorso luglio), una medaglia d'argento ai Mondiali (in Finlandia nel 2009) e due titoli italiani. Il tutto senza trascurare l'attività assoluta con la maglia della Jäger Vittorio Veneto. Andiamo a conoscere Francesco Arduini.

Francesco, tu sei tesserato per la Jäger Vittorio Veneto, ma la tua pronuncia non è propriamente veneta...
“Infatti sono romagnolo. Vivo a San Giovanni in Marignano, in provincia di Rimini, insieme alla mia compagna, Silvia Biavati, ostacolista della Industriali Conegliano. Ormai da 8 anni vestiamo i colori delle due squadre trevigiane. Per noi le compagini Jäger/Industriali sono come una famiglia, ci troviamo molto bene e non ci pesano le trasferte per partecipare alle gare regionali”.

Qual è la tua attività lavorativa e come riesci a conciliarla con quella sportiva?

“Lavoro per una ditta che realizza pezzi di ricambio per moto da corsa. Sono un tecnico addetto alle mappature elettroniche delle moto. Si tratta di un'attività piuttosto impegnativa, al punto che da 10 anni non sono più seguito da un allenatore proprio per la difficoltà di conciliare i tempi degli allenamenti con i ritmi lavorativi. Mi alleno nella pausa pranzo insieme a Giulio e Nicola Ciotti, i due atleti della nazionale, che sono dei grandissimi amici. Ci aiutiamo vicendevolmente scambiandoci consigli tecnici”.


















Che cosa ti spinge a continuare a praticare l'atletica leggera nonostante tante difficoltà?
“La risposta è la stessa che ti potranno dare tanti altri atleti che cercano di conciliare famiglia, lavoro e sport: il motore che spinge è una grande passione che
porta a grandi sacrifici ma che sa regalare incredibili soddisfazioni. Per partecipare agli Europei master in Ungheria ho letteralmente fatto i salti mortali, arrivando a Nìregyhàza poche ore prima della gara e ripartendo per la Francia subito dopo per un impegno di lavoro. Come quasi tutti i master ho ovviamente dovuto sostenere tutte le spese della trasferta, ma la soddisfazione è stata comunque impagabile. L'amore per l'atletica mi ha portato anche ad essere dirigente dell'Atletica 75 di Cattolica e ad ottenere il tesserino da allenatore e da giudice. Ho la fortuna di condividere questa passione con Silvia, la mia compagna di vita. Peccato che non siamo mai riusciti a disputare insieme la finale societaria: Jager Vittorio Veneto e Industriali Conegliano fino ad ora non si sono mai ritrovate nella stessa finale”.
















Quando hai iniziato a praticarel'atletica leggera?
“Ero in prima media. Seguendo il consiglio di mio cugino, mi sono ritrovato in pista. All'inizio correvo e lanciavo, poi alla prima gara di salto in alto ho valicato l'asticella a 1,40 ed è stato amore a prima vista. Da allora il salto in alto è stata sempre la 'mia' gara”.

Quali sono i tuoi personali da assoluto e da master ?
“Nel 1996, a 22 anni, ho saltato 2,11. Da M35 ho un personale di 2,04, ottenuto lo
scorso anno alla finale A 'Argento' di Sulmona. In oltre 20 anni di attività ho disputato più di 300 gare di salto in alto riuscendo a valicare l'asticella dei 2
metri per 108 volte”.

Per quali squadre hai militato?
“Sono stato nel Gruppo Sportivo dell'Aeronautica e con l'Atletica Bagheria, finché nel 2000 ho avuto un grave problema di salute a causa del quale sono stato paralizzato per circa due mesi: i medici pensano si sia trattato di un problema virale, ma la diagnosi precisa non è mai stata fatta. Ho subito una sorta di “azzeramento neurologico”, ma, un po' alla volta, ho ripreso a camminare. Ci sono voluti un paio d'anni per tornare a stare bene. La mia rinascita ha coinciso con l'incontro con la Jäger Vittorio Veneto, squadra per la quale sono felicemente tesserato dal 2002”.

Cosa ci dici del mondo master?
“Ti confesso che fino a qualche anno fa guardavo all'attività master come ad una specie di 'cimitero di dinosauri'. In seguito, però, mi sono dovuto ricredere, perché non è così. Ho potuto constatare la grande passione, la motivazione e la volontà che animano gli atleti master. E' un mondo, vivo, vivissimo, che mi ha regalato nuovi e inattesi stimoli. Gareggiare con chi salta più di 2,20 è sempre un grande onore, ma lottare per un titolo mondiale master sul centimetro, con atleti che hanno la tua età e sono sui tuoi livelli, è molto più stimolante. Partecipare ad una manifestazione internazionale master è molto gratificante anche dal punto di vista emozionale: raggiungere la call-room, vestire la maglia dell'Italia e competere con atleti di tante nazioni: ogni momento ha contribuito a generare un'esperienza bellissima che mi ha cambiato prospettiva, permettendomi di 'guardare avanti' con ottica diversa e nuovi stimoli”.

I tuoi prossimi obiettivi?
“La finale A 'Argento' di Comacchio, con la Jäger. Anche se al momento un problema lavorativo non mi permette di essere presente. Sto cercando una soluzione perché mi dispiacerebbe molto non esserci. A livello master vorrei partecipare ai Mondiali di Sacramento del 2011. Sono talmente entusiasta che sto cercando di convincere anche alcuni atleti assoluti che il prossimo anno compiranno 35 anni. Per non parlare del mio fisioterapista, che di nome fa Andrea Benvenuti: sarà difficile convincerlo, ma io ci proverò”.

Grazie Francesco, il mondo master ha bisogno del tuo entusiasmo.

Link alla rivista in formato pdf [clicca qui]. L'articolo è alle pagine 12 e 13.

Nelle foto: 1) Francesco Arduini, dalle pedane assolute a quelle master, 2) L'altista della Jäger con l'azzurro Nicola Ciotti, 3) Arduini con l'ostacolista Silvia Biavati, sua compagna nella vita (Archivio Arduiini)